giovedì 11 Aprile 2024
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De’Longhi e Gabriella Baiguera alla scoperta di 35 torrefazioni medio piccole d’eccellenza

Il progetto voluto da De'Longhi, che ha coinvolto 25 torrefazioni medio-piccole italiane, è stato presentato durante il Milano Coffee Festival, da Gabriella Baiguera. Per comunicare al pubblico, gli aspetti più umani del mondo della torrefazione italiana

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MILANO – Tra le tante figure professionali che abbiamo incontrato durante il Milano Coffee Festival, c’è anche Gabriella Baiguera. Autrice di libri sul caffè, come “Manuale del barman” e “Il piacere dell’espresso“. Ha lavorato anche per il Master of food, la scuola itinerante di Slow food, tenendo incontri sul caffè. E’ anche consulente per De’Longhi colosso delle macchine per caffè non professionali. Infine, gestisce ormai da tre anni, il progetto sulle eccellenze delle torrefazioni italiane.

Un piano iniziato con il coinvolgimento di 25 torrefazioni medio piccole. Di queste, 15 attualmente sono presidio di Slow Food. Dopo il primo anno è stato raggiunto il numero 35.

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Baiguera si definisce la divulgatrice del caffè

“Il progetto sulle torrefazioni italiane d’eccellenza, è stato presentato in occasione del Milano Coffee Festival, con l’intento di diffondere la cultura del caffè. Sottolineando in particolar modo, la maestria dei nostri torrefattori.”

Al termine della sua conferenza, che caffè ha offerto?

“Il caffè che ho offerto è NerOro. Una delle torrefazioni che hanno partecipato al progetto. Ho proposto una miscela di Arabica e Robusta.”

Durante il suo intervento, ha presentato in generale l’universo caffè. La risposta del pubblico è stata molto partecipativa

“Sì. Sono interventi che ho tenuto durante tutte le tre giornate e ho riscontrato sempre lo stesso interesse. Questo è un segnale positivo, che indica una curiosità sempre maggiore verso la materia caffè.

Finalmente è possibile notare un coinvolgimento importante su vari fronti. Certo io lavoro nel mio piccolo, ma non sono sola. Penso che sia emerso questo fatto in maniera piuttosto evidente durante questa manifestazione.

Come mai ha deciso un livello base, in un salone del caffè dove probabilmente chi passa è già informato?

“Perché per me era importante parlare soprattutto dei torrefattori e del lavoro che compiono. Volevo concentrarmi in particolare sulle persone all’interno delle torrefazioni. Degli aspetti più tecnico-scientifici, si parla sempre abbastanza.”

Com’è la situazione attuale dei torrefattori in Italia?

“Innanzitutto io ho selezionato i torrefattori appoggiandomi a professionisti competenti. Le prime scelte sono state quelle presidiate da Slow food, per mantenere sempre un’attenzione alla terra, all’ecosostenibilità.

Poi, in un secondo momento, abbiamo raggiunto altre torrefazioni seguendo il criterio delle dimensioni: abbiamo infatti coinvolto quelle medio piccole. Come ad esempio Gardelli.

Un target che è nato espressamente dalle esigenze De’Longhi. Perché spesso una grandezza non smisurata, coincide con un lavoro di qualità legato all’impegno personale. Spesso addirittura, famigliare. Che si trasmette poi di generazione in generazione.”

L’interesse di un grande costruttore di macchine di caffè, qual è nei confronti dei torrefattori?

“E’ informare il pubblico dell’esistenza di una macchina efficiente, che lavora i chicchi di caffè. Non il macinato o la capsula. Così permette al consumatore la scelta della varietà. della miscela. Così come di osservare il caffè e poterlo conoscere sempre di più.”

 

 

 

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