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Austerità e consumi: crollano in Italia e in altri Paesi caffè e cappuccino

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MILANO – La crisi colpisce anche il rito del caffè gli italiani lo bevono meno e a casa E adesso crollano in consumi anche negli altri paesi del Mediterraneo Il quotidiano economico Financial Times ha sottolineato in una serie di articoli come l’austerità stia cambiando lo stile di vita anche negli aspetti più radicati della nostra cultura.

di LUCA PAGNI

Austerità e cambiamento

Bisogna capirli, gli anglosassoni. E’ come se noi scoprissimo che britannici e irlandesi non andassero più al pub alla sera e rinunciassero a quel paio di boccali di birra. E’ lo stesso stupore che ha manifestato il Financial Times che riporta in prima pagina la notizia sul crollo del consumo di caffè in Italia. Accompagnato dal fatto, a loro dire, che gli italiani si proteggono dalla crisi non andando più al bar e consumando la bevanda direttamente a casa. Se non altro il quotidiano economico di Londra ci mette in compagnia con gli altri paesi dell’area del sud Europa.

Non sono solo gli italiani ad avere ridotto i consumi di caffè e capuccino

Ma il fenomeno riguarda anche spagnoli. Tutti insieme – è la tesi del Financial Times – stanno facendo crollare il prezzo del caffè all’ingrosso, visto che la domanda da parte dei clienti è tornata indietro di almeno cinque o sei anni. Addirittura starebbe influenzando i prezzi a livello internazionale. Sul mercato di riferimento del caffè, la piazza di New York, l’Arabica è sceso del 40 per cento nel corso del 2012, dopo aver toccato i massimi degli ultimi 34 anni alla fine della scorsa stagione. Ma quello che più colpisce l’immaginario collettivo british è ovviamente l’italiano che non frequenta più il bar sotto casa o vicino all’ufficio per il rito della tazzina.

Austerità anche all’estero

Il quotidiano cita il dato fornito dall’International Coffee Organization, con sede a Londra, secondo cui i consumi nella penisola sono calati di 5,68 chilogrammi a persona, al livello più basso degli ultimi sei anni. Ai livello del 2007 sono tornati anche gli spagnoli, quarto paese al mondo per importazioni di caffè. Mentre, al contrario, in Francia e Germania i consumi stanno continuando a crescere. Ma non è solo la recessione alla base del cambiamento di abitudini.

Anche il diffondersi di macchinette monodose, soprattutto ad alta qualità, ha contribuito a spostare i consumi dai bar agli uffici, per non dire che, secondo gli addetti ai lavori, gli italiani sempre di più si preparano il caffè a casa. E per risparmiare, si stanno orientando verso miscele di qualità inferiore che naturalmente costano di meno. E per dire quanto il problema sia sentito, se ne parlerà a Londra propria questa settimana alla riunione dell’Ico (International Coffee Organization). Facendo attenzione a non berne troppe tazzine, per compensare i consumi italiani. Fonte: La Repubblica Per saperne di più: http://www.repubblica.it/economia/2012/09/25/news/la_crisi_colpisce_anche_il_rito_del_caff_gli_italiani_ne_bevono_meno_e_a_casa-43245037/

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