Arduino, il primo computer libero e low cost della storia, è nato dall’idea di cinque amici, Massimo Banzi, David Cuartielles, Tom Igoe, Gianluca Martino e David Mellis, in un bar d’Ivrea dove prendevano l’aperitivo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Christian Benna per Il Corriere della Sera.
La nascita di Arduino
IVREA (Torino) – Erano cinque amici al bar che volevano cambiare il mondo dell’innovazione rendendola più accessibile e democratica. I cinque amici erano Massimo Banzi, David Cuartielles, Tom Igoe, Gianluca Martino e David Mellis. Il bar d’Ivrea dove prendevano l’aperitivo si chiamava Arduino, dal nome del primo re d’Italia. Correva l’anno 2005: Facebook e Gmail erano appena nate, l’iPhone di Steve Jobs si preparava al debutto. E l’innovazione nella testa dei cinque amici era il primo hardware “libero”, una scheda con microcontrollore in grado di costruire dispositivi che animano qualsiasi oggetto, in pratica l’Internet delle cose “fai-da-te”.
Vent’anni di arduino
Il 21 e il 22 marzo Arduino, il primo computer libero e low cost della storia, oggi usato da 40 milioni di utenti l’anno, festeggia vent’anni di vita. «Un’era geologica per la tecnologia che corre così in fretta. Ma siamo ancora qui: un’azienda open source globale ma con forti radici in Piemonte: quartier generale a Torino e indotto industriale a Ivrea», spiega Massimo Banzi. Lui, classe 1968, da buon «smanettone», per celebrare l’anniversario indosserà la divisa da guida accompagnando una trentina di persone al Museo Tecnologicamente di Ivrea «dove sono esposte tutte le meraviglie elettroniche create dall’avventura dell’Olivetti», e poi ci saranno eventi in streaming per tutta la community globale.
L’officina dei makers a Torino
Vent’anni fa Banzi e soci avevano pensato di costruire un micro-controllore a scopo didattico per l’Interaction Design Institute di Ivrea (chiuso nel 2005) dove insegnava. Oggi la scheda Arduino è il totem creativo per una tribù di milioni di utenti che inventa, disfa e sviluppa prototipi a non finire.
Non a caso Arduino ha creato a Torino il primo Fablab d’Italia, l’officina per i makers, gli hobbisti tecnologici del 21esimo secolo.
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