giovedì 11 Aprile 2024
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ALIMENTARE – Il made in Italy che funziona c’è, si chiama Ferrero

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MILANO – La società Ferrero è remunerativa, ha un marchio forte e un ritorno sugli investimenti migliore di Nestlé. Il numero 1 del settore nel mondo. Si gioca così con Prada e Tenaris la palma di compagnia italiana meglio gestita

Andrew Sentance*

Ferrero è una delle società italiane meglio gestite

Il perché è presto detto: costante crescita organica, ritorni eccezionali sul capitale investito e numerose menzioni come posto migliore dove lavorare.

Infine, per la forza del marchio.

Dal 2004 a oggi Ferrero ha accresciuto i suoi ricavi da 4,7 a 7,2miliardi, ovvero del 54%, il 6,3% l’anno, tranne nel 2009, quando sono aumentati “solo” del 2,1%, ma non mostrando nessun segno di rallentamento.

Tutto ciò senza alcuna acquisizione, ma soltanto espandendosi gradualmente nel mondo e lanciando nuovi prodotti di successo.

E dunque se in Europa i ricavi sono cresciuti del 9% tra il 2008 e il 2011, nello stesso lasso di tempo quelli dell’area asiatica sono triplicati, negli Usa hanno segnato +50 per cento e nell’Europa non-EU il 20 per cento.

E con l’Europa che pesa per il 70% dei ricavi totali, è lecito attendersi tassi simili ancora per un po’, fino a quando il resto del mondo consumerà Nutella, Ferrero Rocher, Kinder, Estathé, Tic-Tac, etc.

Ferrero è piuttosto remunerativa. Nel 2008 gli utili erano pari a 371milioni, l’anno scorso si sono assestati a 541 milioni, circa 7 volte quelli di Barilla e più di Luxottica, mentre il ritorno sul capitale investito è del 15,9%, più della società creata da Leonardo Del Vecchio (9,6%) e di Nestle (12,6%), ed è vicino a quello della Coca Cola (17,1%).

È una società davvero ben amministrata.

Il che fa pensare sia vera la storiella secondo cui un Ferrero chiedeva ai propri dipendenti: «Tu per chi lavori?».

E loro rispondevano: «Tu», ma il proprietario controbatteva: «No, tu lavori per tutti quelli che comprano I nostri prodotti, esattamente come me».

Una società, in altri termini, consapevole di investire per accontentare I propri clienti, non per sé.

Un aspetto potenzialmente negativo è il flusso di cassa, che nel 2008 ha segnato -139 milioni di euro, perché la compagnia ha investito il 7,6% dei ricavi (473 milioni) per espandersi in Russia e Canada.

Nel 2011 Ferrero ha reinvestito il 5,3% dei ricavi (328 milioni) e il flusso di cassa è stato positivo per 503 milioni di euro. Una dimostrazione dei benefici che apporta l’avere una strategia lungimirante.

Invece che pagare un dividendo nel 2008 e ridurre gli investimenti, si è invece scelto di non remunerare gli azionisti per farsi trovare pronti al momento della ripresa economica. La crescita sul lungo termine batte sempre il guadagno nel breve.

Ferrero è ben posizionata anche in riferimento al marchio. 

Su questo sito, è al 20mo posto nel mondo. Prima società privata italiana.  Segue Armani, al secondo posto tra le italiane: E al 36mo nel mondo, seguita da Pirelli e Barilla, rispettivamente al 41mo e al 42mo posto. Da notare inoltre, che ci ne sono 3 società italiane non-quotate fra le prime 4.

Nel 2011 e nel 2010, secondo Ebps, si è piazzata sul gradino più alto del podio. Quindi tra I migliori posti dove lavorare in Italia.

 

in milioni di euro 2008 2009 2010 2011
Ricavi 6214 6345 6617 7218
Utile netto 371 507 653 541
Flusso di cassa -139 458 485 508
Capex/ricavi 7,6% 8,4% 6,5% 5,3%
Debito/Ebitda 1,31 0,94 0,69 0,60
Roic (ritorno sul capitale investito) 11,7% 16,4% 17,5% 15,9%
Fonte: stime Andrew Sentance        

 

Quanto vale tutto ciò? 

Sui risultati del 2011 Nestle viene valutata a 12 volte il margine lordo (EV/EBITDA), mentre Luxottica 15 volte

Con un margine di 1.232 milioni di € e un debito di 740 milioni, il valore di Ferrero si assesta tra 14 e 18 miliardi di euro (12-15x EBITDA meno il debito), più di Telecom Italia e in gara con Tenaris e Prada per aggiudicarsi la palma di società più redditizia d’Italia.

Per chiudere, l’unico punto che forse rende la storia meno avvincente. Ferrero è la società per eccellenza italiana. Ma forse sarebbe meglio dire che è la società d’origine italiana per eccellenza, avendo la testa della holding in Lussemburgo.

Non c’è niente che suggerisca come grazie a questa scelta paghino meno tasse (hanno pagato in media il 27.8% all’anno per gli ultimi 4 anni sia sul conto economico. Sia sul rendiconto finanziario).

La gestione è radicata ad Alba 

E ovviamente come un azienda fortemente internazionale (solo un terzo dei ricavi derivano dall’Italia) possono avere la holding dove conviene. Ma è un peccato che non sia in Italia.

 

*analista finanziario indipendente

 

Fonte: http://www.linkiesta.it/ferrero-bilanci#ixzz2FWnoza1D

 

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