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Il ricordo di Maltoni: La Moka Express, una pagina di storia

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Enrico Maltoni ci ha proposto, in occasione della scomparsa del Signor Renato Bialettti, l’ambasciatore della Moka Express, un testo molto curato, unico al momento dedicato alla sua storia. Il testo che segue è pubblicato, con tanti altri analoghi sulla storia delle macchine per caffè nel libro Coffee Makers – ISBN 978-88-90065-26-2 € 100,00 – scritto da Enrico Maltoni e Mauro Carli – Editore Collezione Enrico Maltoni. Il libro è in vendita sul sito: http://www.espressomadeinitaly.com/it/il-libro-scheda-editoriale.php

ENRICO MALTONI foto MUMAC2
Enrico Maltoni autore di questo articolo

Triestespresso

Il 1933 segna la nascita progettuale di quella che ancora oggi è considerata un’icona del made in Italy: la “Moka Express”.

Solo 14 anni prima, Alfonso Bialetti aveva aperto a Crusinallo di Omegna (VB) un’of cina per la produzione di semilavorati in alluminio, trasformata poi in atelier per la progettazione e produzione di articoli niti e pronti per il mercato.

Tradizione vuole che Alfonso Bialetti abbia concepito il funzionamento del modello “Moka Express” osservando la moglie mentre faceva il bucato utilizzando l’antica lisciveuse, un grosso pentolone in cui veniva posta la biancheria da lavare mista a cenere e acqua.

Bollendo, quest’ultima saliva attraverso un tubo sistemato dentro il recipiente, per poi ricadere sul bucato mischiata alla lisciva impiegata come detersivo. Di fatto, il sistema di funzionamento (“Pressione di Vapore”) e la necessaria componentistica (caldaia, ltro a imbuto e cuccuma) alla base della “Moka” sono gli stessi descritti in vari brevetti francesi, inglesi e austriaci della prima metà dell’Ottocento.

Il francese Louis Bernard Rabaut nel 1822 o l’inglese Samuel Parker nel 1833 realizzarono già in quegli anni splendide macchine in ottone, rame e vetro alimentate da fornelletti ad alcol.

Durante il processo di preparazione l’acqua bollente contenuta nella caldaia in basso, forzata dalla pressione del vapore saliva attraversando il ltro del caffè macinato, no a riversarsi nel serbatoio superiore.

Il nome deriva dalla lontana città di Mokha, nello Yemen, famoso porto sulle coste del Mar Rosso: una delle prime e più rinomate zone di produzione del caffè di pregiata qualità arabica.

moka sezione
La Moka Express Classica in sezione

L’aspetto esteriore della caffettiera è ispirato all’Art Déco, stile in auge nel secondo e terzo decennio del XX secolo grazie all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne tenutasi a Parigi nel 1925.

In virtù della semplicità delle sue forme, della funzionalità e dell’eccezionale longevità, la “Moka” rappresenta un caso raro nella storia del design industriale. Bisogna però attendere il secondo dopoguerra perché ottenga quell’incredibile successo commerciale che la porterà a essere venduta in milioni di esemplari.

Il modello originale di Alfonso Bialetti ha subìto solo impercettibili modi che, rimanendo con il suo tipico corpo ottagonale in alluminio praticamente invariato nel tempo.

Manico, pomolo e coperchio sono stati sottoposti a lievi interventi di restyling estetico ed ergonomico solo di recente. L’originalità dell’inventore supera l’oggetto, se si pensa che l’“Omino coi baffi ” nato negli anni Cinquanta dalla matita di Paul Campani e tampografato sul corpo della caffettiera, rappresenta caricaturalmente il figlio dell’inventore, Renato Bialetti, che nell’immediato dopoguerra rese celebre il modello “Moka Express” grazie a un forte lancio commerciale e a una sapiente campagna di comunicazione. Ancora oggi il simpatico personaggio presente nel marchio del Gruppo Bialetti Industrie viene applicato sui loro prodotti.

Con l’avvento di Carosello, storica trasmissione di teatrini pubblicitari della RAI (in onda dal 3 febbraio 1957 al 1 gennaio 1977), l’“Omino coi baffi ” si legò indissolubilmente alla “Moka” e all’immaginario popolare del buon caffè fatto in casa.

Questa caffettiera portò un cambiamento radicale nelle abitudini di consumo del caffè tra le mura domestiche, proponendo agli italiani una bevanda dal gusto nuovo.

L’apparato aveva infatti risolto o migliorato molte delle problematiche che sorgevano nella preparazione domestica, adottando soluzioni semplici, intuitive e sicure, facendo sì che tutti potessero preparare una buona tazza di caffè senza essere provetti caffettieri.

Tuttavia, il successo e l’entusiasmo dovuti all’effetto combinato di tutti questi fattori, non fanno per forza della “Moka” la caffettiera perfetta, un apparato che possa cioè garantire prestazioni e rese ottimali in ogni condizione.

Il rapporto tra acqua e macinato, in teoria, resta uguale al variare della capacità specifica del modello, quindi il caffè dovrebbe mantenere sempre la stessa intensità.

Nella pratica però il tempo di infusione per i modelli di maggior capacità è assai più lungo, pertanto il caffè risulterà differente a seconda del numero di tazze che si vogliono preparare.

Tempi di estrazione più lunghi comportano necessariamente una sovraestrazione del macinato e quindi un caffè più forte.

libro maltoniTesto tratto dal libro Coffee Makers – Autori: Enrico Maltoni e Mauro Carli – Editore Collezione Enrico Maltoni.

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